Rimini | Concordato Aeradria, Vitali risponde alle perplessità di Carim
Il giorno dopo l’uscita dura del cda di Banca Carim sui termini del concordato per salvare Aeradria, uno dei ‘grandi accusati’, Stefano Vitali parla di “piena sintonia tra Provincia di Rimini e Banca Carim riguardo la prospettiva futura della società di gestione dello scalo aeroportuale che non può più materialmente fondarsi (come accaduto sinora in via pressoché esclusiva) sull’apporto di capitali pubblici, già erosi da vincoli del Patto di Stabilità, anossia di trasferimenti statali, moltiplicazione delle competenze, riassetti istituzionali maldestri. Di qui la scelta, mi spingo più in là, l’obbligo, di imboccare la strada da percorrere con convinzione fino in fondo di una riconfigurazione societaria mirata ad attrarre e a essere più attrattiva rispetto all’apporto di capitali privati”. Stefano Vitali, presidente della provincia di Rimini, ente socio pubblico di maggioranza di Aeradria e dunque tra i destinatari del messaggio lanciato ieri dal cda di Banca Carim, sostiene e difende quindi la sua scelta, in definitiva, di trovare parner privati con cui vendere quote della società di gestione dello scalo riminese.
Poi Vitali ricorda a Carim la vicenda del commissariamento. “Tra 2009 e 2010 ‘Banca Carim’ vide il proprio Patrimonio di Vigilanza consolidato letteralmente annichilito, passando in 12 mesi da 396,6 milioni di euro a 175,1 milioni di euro. Una perdita secca di oltre 221,5 milioni di euro tra un bilancio e quello seguente, più o meno 25 volte il debito di Aeradria, che costrinse gli azionisti, preoccupati e orgogliosi di salvare in fretta la banca piuttosto che aprire legittimi processi circa le responsabilità e le cause (vado a memoria, mai illustrate con publiredazionali o altro) dell’inspiegabile e repentino dissesto, ad accettare una traumatica ‘svalutazione’ azionaria nominale ben superiore al 50% . Tutta la comunità, compresi Provincia e Comuni, concorsero a quel giusto mutuo soccorso, nella sincera convinzione che le infrastrutture del territorio vanno tutelate a costo di ogni sacrificio, pure se esso ammonta a una cifra che supera i 220 milioni di euro, ad occhio qualcosa di più dei 9 di credito Carim con Aeradria, percentualmente equivalenti allo 0,4%”.
Abbiamo passato, dunque, “quarti d’ora ben più gravi”, dice Vitali. E spiega: “Ritengo confortante l’atteggiamento del cda della banca al quale posso ribadire che anche il percorso (ovviamente di dimensioni finanziariamente molto più limitate) per l’eventuale ingresso in Aeradria di nuovi soci è e sarà portato avanti con la stessa trasparenza, il medesimo desiderio di ‘luce del sole , uguale coinvolgimento delle parti interessate, che ha caratterizzato le trattative e le operazioni di ricapitalizzazione condotte dal management di Carim tra 2011 e 2012 per il salvataggio dell’istituto bancario”.